Dedalus
- 22/10/2021 23:03:00
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Sotto un senza titolo, non meglio specificato la poetessa ci mette di fronte ad una immersione nella natura, nella sofferenza metaforica di un ramo di quercia che china il capo sotto il peso della sua chioma o forse sotto il peso del danno che luomo gli arreca. Lei sente questa sofferenza come immensa, la fa sua ed allo stesso tempo riflettendo dice come il proprio soffrire al confronto sia una quisquiglia "In confronto al ramo.../che pende basso/.../io sono alta due metri". A volte mi vien da pensare come una mente eccelsa riesca a celarsi dietro piccoli (solo perchè brevi come uno schizzo) capolavori come questa scrittura. Testo che ci spinge a pensare come luomo a volte possa arrecare tanto dolore infierendo su una natura inerme senza rendersene conto.
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